Tonya è il biopic sulla vita di Tonya Harding, pattinatrice americana protagonista del più grande scandalo sportivo degli anni novanta, che in pochissimo tempo l’ha trasformata da regina dei ghiacci a donna più odiata d’America.
La storia non si fa con i se, ma nel caso di Tonya Harding se non fosse nata in quella famiglia, se non avesse sposato il primo uomo che le ha dato attenzioni, se avesse avuto possibilità economiche diverse, ecco molto probabilmente sarebbe diventata una delle pattinatrici più medagliate della storia.
Infatti, nonostante un’infanzia difficile e l’asma, aggravata dal vizio del fumo, Tonya è stata un’atleta fortissima: potente e grande saltatrice, la prima americana ad eseguire il famigerato triplo axel in una competizione ufficiale.
Per raccontare la storia incredibile di Tonya (Margot Robbie), il regista Craig Gillespie sceglie il piano della testimonianza diretta da parte dei protagonisti: il cartello che apre il film avverte che è stato “tratto da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia…”. Ma sin dalle prime scene si assiste a un connubio massiccio di verità e ironia che fanno di questo lavoro una biografia non convenzionale, esattamente come i personaggi che la animano.
Il racconto parte dall’infanzia, controllata dalla madre LaVona (Allison Janney) anaffettiva, dispotica e violenta, un padre assente e la continua lotta contro le difficoltà economiche: i soldi per gli allenamenti della bambina non bastano mai. Purtroppo per Tonya crescendo le cose non migliorano, la sua costanza nel pattinaggio è messa a dura prova dall’incontro con Jeff Gillooly (Sebastian Stan). Nonostante gli alti e bassi e le violenze dell’uomo che quasi da subito comincia a picchiare Tonya, si arriverà al matrimonio che per i fatti che seguiranno si rivelerà cruciale. Di pari passo alla vicenda personale c’è la vita sportiva, anche questa piena di ostacoli. Quando era nei periodi buoni e in forma, dal punto di vista atletico Tonya Harding non aveva rivali. l suoi punti deboli sono sempre stati l’interpretazione, non è mai stata dotata di particolare grazia, e la presentazione con le discutibili scelte musicali e dei costumi. Le giurie non le hanno mai perdonato queste pecche regalandole spesso punteggi molto al di sotto della prestazione.
Nel 1991 diventa una delle migliori pattinatrici al mondo, ma da quell’apice straordinario con la vittoria del titolo ai Campionati nazionali statunitensi grazie al suo primo triplo axel, seguirà quasi immediatamente una caduta inesorabile segnata dal fatidico incidente. Nel 1994 Tonya è in una fase discendente della sua carriera, è ormai conosciuta per il suo temperamento focoso e ha appena divorziato dal marito, eppure in qualche modo Jeff riesce a tornare insieme a lei e per scusarsi delle violenze, decide di agevolarla per la corsa ai Giochi Olimpici invernali del 1994 architettando l’infortunio della sua rivale. Tramite il suo migliore amico Shawn Eckhardt, non proprio una cima di astuzia, paga degli aggressori per rompere il ginocchio di Nancy Kerrigan. Si scoprirà in seguito che anche Tonya era in qualche modo coinvolta, ma in quale misura non è mai stato chiarito. Il prezzo che pagherà durante il processo sarà durissimo per lei che alle Olimpiadi arriverà solamente ottava mentre la Kerrigan, che nel frattempo si era ristabilita, seconda.
Il vero centro della storia è l’eterna lotta di questa donna contro il mondo. Bistrattata fin da piccola, è sempre rimasta un outsider reale e problematica che non ha mai cercato di nascondere le sue origini. Proprio per il suo coraggio di mostrarsi per quello che era e non per quello che gli altri avrebbero voluto, era scomoda per quel mondo fatto di lustrini, grazia ed eleganza che è il pattinaggio artistico. Nonostante la sua diversità, prima l’America l’ha incoronata e amata e poi inesorabilmente odiata e abbandonata.
Il film già acclamato dalla critica, ha guadagnato tre nomination agli Oscar, due per le parti femminili: Allison Janney, straordinaria nei panni della madre di Tonya che l’Oscar lo ha vinto; e Margot Robbie, l’attrice australiana al suo primo ruolo da protagonista non delude e anzi sorprende per l’intensità della sua interpretazione.
TONYA (I, TONYA)
REGIA: Craig Gillespie
CAST: Margot Robbie, Sebastian Stan, Allison Janney, Julianne Nicholson, Paul Walter Hauser, Bobby Cannavale, Caitlin Carver
SCENEGGIATURA: Steven Rogers
FOTOGRAFIA: Nicolas Karakatsanis
MONTAGGIO: John Axelrad, Lee Haugen
MUSICHE: Tatiana S. Riegel
SCENOGRAFIA: Jade Healy
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
GENERE: drammatico, biografico, sportivo, commedia
PAESE: U.S.A.
ANNO: 2017
DURATA: 121 min
DATA USCITA: 29 marzo 2018