Candidato come miglior film d’animazione agli Oscar 2018, Loving Vincent dovrà vedersela con l’altrettanto magnifico Coco della corazzata Pixar che, se dal punto di vista drammaturgico è capace di innumerevoli sorprese, notevoli sfumature nel tratteggio di ambienti e personaggi e di un ritmo musicalmente vorticoso, si inserisce comunque nel quadro di un prodotto ormai riconoscibile e collaudato nel tempo.
Loving Vincent, invece, ha il suo punto di forza in un’idea originalissima, ovvero raramente vista sullo schermo: dare vita ai quadri più famosi di Van Gogh e collegarli ad altri realizzati ex novo nel suo inconfondibile stile che recupera tratti impressionisti virando chiaramente all’espressionismo. Il tutto per raccontare la storia del suicidio dello stesso pittore, accostando un’avvincente trama verosimile a lineamenti strettamente storici.
Per fare tutto ciò ci sono volute immagini girate con attori reali al
chroma key, successivamente rielaborate aggiungendo fondali dipinti e ritoccate per farle diventare il più fedeli possibili al formato pittorico originale, all’ambientazione e allo stile mutevole del grande artista. Ed ecco che sullo schermo siamo invasi dai suoi classici e rapidi tocchi di colore, tratti decisi e vividi che delineano la sagoma e descrivono il carattere di ciò che viene dipinto, ma anche l’umore dello stesso pintore.
Il risultato cinematografico è uno splendido, compatto, coerente dramma umano con venature gialle condotto attraverso pennellate dense, brevi, intense che, nell’alternanza di colori e forma (ora rette, ora curve), donano all’ambiente entro cui si muovono i personaggi moto e profondità, sia fisica che emotiva.
Il racconto diventa sempre più affascinante ed enigmatico – alla fine è una ricerca della verità sulle sue ultime ore di vita – trasformandosi, di volta in volta, in una testimonianza dell’amore fraterno, del rapporto padre-figlio, della visione sociale tra preconcetti e impermeabilità.
Un ritratto intimo, tra pubblico e privato, che lascia estasiati per capacità e sensibilità autorale firmato attraverso la lente d’ingrandimento di regia, fotografia e colonna sonora sorprendenti.
Giocando sui più livelli (passato in b/n e presente a colori) non c’è tempo per scadere in lungaggini e il racconto acquisisce una verticalità temporale che gli dona pregresso, veridicità (storica) e sostanza.
Stupisce la delicatezza con la quale emergono le emozioni, il tono sussurrato con cui vengono trattate e la forza evocativa di sguardi – mai netti e assoluti, ma sfumati, ambigui, mutevoli – e silenzi.
In questo senso è esemplare la figura del protagonista che subisce il cambiamento che portano con sé l’età e le vicende della vita.
Bellissima la versione Blu-ray pubblicata da Universal Pictures Entertainment Home Video con extra che, mai come questa volta, sono interessanti e necessari per la comprensione del grande, straordinario lavoro compiuto dal team creativo.
Un grazie a Universal Pictures Entertainment Home Video nella persona di Alessandra Calza
LOVING VINCENT
(Regno Unito, Polonia, 2017, 94 min)
Regia: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
Sceneggiatura: Dorota Kobiela, Hugh Welchman, Jacek Dehnel
Fotografia: Tristan Oliver, Lukasz Zal
Montaggio: Dorota Kobiela, Justyna Wierszynska
Effetti speciali: Scott McIntyre, Eddy Popplewell
Musiche: Clint Mansell
Costumi: Dorota Roqueplo
Trucco: Sallie Jaye
Art director: Daniela Faggio
Produttore: Sean Bobbitt, Cleone Clarke, Tim Dennison,
Casa di produzione: BreakThru Productions, Trademark Films