La storia corrotta secondo James Ellroy

Sembra la solita frase fatta, ma davvero, o lo si ama o lo si odia. James Ellroy è così, non si può apprezzare qualcosa di lui: se piace, allora piace tutto. Lo stile nello scrivere, il linguaggio particolare che usa, l’ambientazione dei romanzi e i protagonisti che bazzicano i luoghi descritti. Ogni singolo elemento, nelle opere di Ellroy, è funzionale agli altri e non si può apprezzarne alcuni e storcere il naso su altri: si prende il pacchetto completo.

Su Whipart si era già parlato del suo ultimo libro, Panico, ennesima conferma del grande talento dello scrittore statunitense nel tratteggiare personaggi fuori dagli schemi, in grado di oltrepassare i limiti della legge senza rimorsi, tra giornalisti in cerca di morbosi scoop e un’ex poliziotto corrotto, pappone e investigatore privato capace di inchiodare al muro le star di Hollywood con i loro inconfessabili vizi privati.

Ma per comprendere davvero il mondo perverso e affascinante di Ellroy bisogna assolutamente immergersi nel suo capolavoro, American Tabloid, il primo romanzo della trilogia americana (il secondo è Sei pezzi da mille, il terzo è Il sangue è randagio). Uscito nel 1995, viene riproposto da Einaudi con un’introduzione inedita dell’autore. Due pagine che rappresentano però una sorta di manifesto per l’intera produzione di Ellroy: “I miei romanzi – scrive l’autore – riscrivono la storia all’interno di contesti criminali e romantici. Dipingo la nostra storia politica come una vicenda di alta criminalità seguita da poliziotti violenti dai turbolenti legami amorosi con donne forti”.

Il segreto di Ellroy

Ecco qui il segreto – non segreto di Ellroy: la storia che tutti conosciamo (in questo caso l’ascesa di John F. Kennedy e il suo assassinio) raccontati in una realtà altra, diversa. Non importa se gli episodi narrati siano davvero accaduti o meno o se quel politico di primo piano abbia realmente pronunciato quelle parole o no. É lo stesso Ellroy a dirlo, se mai ce ne fosse bisogno: “Dal punto di vista della verità dei fatti, il libro è risibile. L’accuratezza non mi interessa un fico secco”.

In American Tabloid, quindi, non aspettatevi di scoprire chissà quali verità nascoste. Non chiedetevi nemmeno se realmente la Cia, la Mafia, il Ku Klux Klan e chissà quali altri soggetti abbiano avuto un ruolo o meno nelle vicende narrate. Il fascino di Ellory, in fondo, è proprio quello: creare storie fatte di violenza, alcol, amicizia, amore e corruzione su uno sfondo storico che tutti conosciamo, ma che l’autore ci racconta secondo la sua personale visione. Una visione alternativa che riesce ad emozionare dalla prima all’ultima pagina.

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